Per me che vengo da un'educazione rigida, scientifica e di stampo teutonico, avvicinarmi al mondo di Jodorowski ha significato darmi un grande permesso, grandissimo.
Ha significato fregarmene del giudizio della gente, di quegli ignoranti che giudicavano la mia nuova passione una follia senile, invece di vedere il fil rouge della mia vita che, nella professione, parte dal Libera te stesso del Dott. Bach, passando per Hamer, per arrivare a Hellinger attingendo proprio da Jodo, in una congruenza interiore, in un'autenticità che offro ai miei clienti come il frutto di una vita.
Si dice "nasciamo soli e muoriamo soli" ma non è affatto vero.
La nostra anima sceglie una famiglia, adatta a farci sperimentare quello che dobbiamo imparare "in questa giornata di scuola" e Jodo ce lo spiega con la sua Metagenealogia.
Poi impariamo a costruire il nostro albero genealogico, a trovarne i temi dominanti, il continuo intrecciarsi nelle vite nostre, dei nostri genitori, dei nostri nonni, su su fino agli avi di cui nulla sappiamo più, di storie simili, in copia o in compensazione, temi e destini che condizionano le nostre relazioni e gli accadimenti della nostra vita.
Poi, se siete professionisti della relazione d'aiuto, vi insegnerò a farlo redarre e a usarlo per far comprendere al vostro cliente quanta lealtà famigliare sta impersonando e a liberarsi dagli obblighi che l'albero, nel continuo tentativo di perpetuarsi, generazione dopo generazione, gli vuole imporre.
E, se questo processo di consapevolezza, avrà lasciato nodi invisibili da sciogliere, allora passeremo alle costellazioni famigliari.
Ma come chiudere un ciclo di avvicinamento a Jodo senza conoscere la tarologia evolutiva, il magico viaggio all'interno degli Arcani Maggiori dei Tarocchi di Marsiglia da lui stesso restaurati?